Infarto del miocardio
Introduzione infarto del miocardio (crisi cardiaca)
Esistono vari tipi di infarto che possono interessare diverse parti del corpo, come il cuore, i polmoni, il cervello, gli arti. L’infarto consiste nella chiusura dei vasi sanguigni che irrorano le varie parti del corpo (ischemia). Ne consegue un cattivo funzionamento dell’organo in questione, fino alla morte di tale organo.
Si parla di infarto del miocardio quando l’organo colpito è il cuore e di incidente cardiovascolare (AVC) quando è il cervello ad essere colpito.
Quando è più lieve, si ha un’insufficienza cardiaca. Ma, talvolta, il danno è troppo grande e si ha un arresto cardiaco definitivo.
In questo dossier, si tratta solo l’infarto del miocardio, presentandone le cause e le conseguenze. Inoltre, viene messo l’accento sui metodi di prevenzione dell’infarto del miocardio. Le malattie cardiache, infatti, rappresentano un fattore di mortalità considerevole. Al di là dei fattori genetici non modificabili, esistono anche fattori modificabili, come mantenere uno stile di vita sano che curi l’alimentazione e che preveda dell’attività fisica. In questo modo, è possibile prevenire l’infarto del miocardio.
Definizione
L’infarto del miocardio è dovuto al blocco di un’arteria che porta il sangue al cuore, chiamata arteria coronaria. Il risultato dell’occlusione è la morte del tessuto cardiaco (necrosi ischemica) poiché il tessuto non è più irrorato, cioè non viene «nutrito» dal sangue ricco di ossigeno. Quando viene colpita una piccola porzione del cuore, si ha un’insufficienza cardiaca. Invece, una necrosi importante, porta a un arresto cardiaco spesso fatale.
I sintomi di un infarto del miocardio molto simili all’angina pectoris. Ma, in caso di infarto del miocardio, la circolazione coronarica si ferma completamente, mentre, in caso, di angina pectoris, il flusso coronarico è minore.
In caso di infarto del miocardio, l’obiettivo è calmare i dolori, mai soprattutto salvare la vita del malato. Una volta che il paziente si rimette, è necessario che venga seguito da un medico e che prenda dei farmaci adatti per prevenire possibili complicazioni e recidive.
I parenti possono imparare a riconoscere l’inizio di un infarto del miocardio, per poter agire rapidamente e salvare la vita del malato, ma anche per prevenire le possibili complicazioni di un infarto del miocardio.
In caso di infarto del miocardio, è sempre necessario il ricovero urgente in ospedale.
Cause
L’arteria coronaria è completamente bloccata e quindi non porta più sangue al cuore. Il muscolo cardiaco non è più irrorato e quindi il tessuto subisce una necrosi e muore.
I fattori di rischio dell’infarto del miocardio si dividono in fattori non modificabili (età, sesso, ereditarietà) in fattori modificabili (stile di vita: obesità-sovrappeso, vita sedentaria, ipertensione, diabete, colesterolo alto, alimentazione, tabagismo e stress).
Migliorando quelli che sono i fattori modificabili che portano all’infarto del miocardio, si può prevenire la malattia.
Influenza e infarto del miocardio
L’influenza può, in maniera sorprendente, aumentare il rischio di subire un infarto miocardico. In realtà, durante la stagione influenzale (di solito in inverno), si osserva un incremento di circa il 20% dei casi di malattie cardiovascolari come l’infarto del miocardio.
Nonostante le cause non siano ancora completamente note, una possibile spiegazione, fornita da ricercatori brasiliani nel marzo 2012, potrebbe venire dal fatto che il virus influenzale favorisce la rottura dell’endotelio (il tessuto che circonda i vasi sanguigni), promuovendo la formazione di placche di colesterolo e quindi l’accumulo di coaguli di sangue che possono causare un infarto o altre malattie cardiovascolari.
Le persone a rischio cardiovascolare dovrebbero essere pertanto vaccinate contro l’influenza, perché si stima che ciò riduca di circa il 30% il rischio che si verifichi un infarto del miocardio.
Il consumo in eccesso di calico
– Un consumo eccessivo di calcio. Uno studio tedesco pubblicato nel 2012 ha infatti dimostrato come l’assunzione di più di 1 g (o 1000 mg) di calcio al giorno sotto forma di integratori alimentari sia associata ad un maggior rischio di infarto del miocardio. Questo studio è stato condotto su circa 24.000 persone per più di 10 anni e il rischio di infarto cardiaco nelle persone che assumono più di 1,0 grammi di calcio si è dimostrato più alto dell’84% rispetto a coloro che ne hanno assunto 1,0 grammi al giorno o meno.
– Un altro studio pubblicato nel 2010 dal British Medical Journal (BMJ) aveva già individuato questo rischio. Secondo questo studio, che ha coinvolto 12.000 persone suddivise in undici test, l’assunzione di compresse di calcio sarebbe associata a circa il 25-30% di aumento di rischio cardiaco.
FANS e infarto del miocardio
– Assunzione di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) come l’ibuprofene, il diclofenac, il celecoxib o il naprossene. Secondo la FDA, l’agenzia americana che regola l’uso dei farmaci, che ha emesso un comunicato nel mese di luglio 2015, i FANS possono aumentare il rischio di infarto del miocardio (o ictus). La FDA ha valutato diversi studi scientifici prima di arrivare a tali conclusioni. La novità di questo lavoro di ricerca americano è che ogni individuo che assume i FANS, senza essere necessariamente a rischio cardiovascolare, presenta un rischio maggiore di soffrire di infarto o ictus. In altre parole, tutti possono essere a rischio. Il lavoro della FDA ha dimostrato anche che più la dose è elevata e più aumenta il rischio di subire attacchi cardiaci.
Uno studio britannico pubblicato sulla rivista specializzata Heart in data 29 novembre 2016 ha dimostrato che tutti i fumatori participanti allo studio presentavano un rischio maggiore di soffrire di infarto del miocardo rispetto a coloro che non fumavano. Il rischio era particolarmente elevato tra le persone sotto i 50 anni. Infatti, prima dei 50 anni, il rischio era 8,5 volte maggiore rispetto a coloro che non fumavano. Tra i 50 e 65 anni, il rischio era 5 volte superiore e sopra i 65 anni 3,5 volte superiore. Questo studio britannico è stato condotto sotto la direzione del Dott. Ever Grech dell’ospedale Northern General Hospital con sede a Sheffield, in Inghilterra. Gli studiosi hanno analizzato i dati provenienti da più di 1.700 adulti che hanno avuto attacchi di cuore (infarto del miocardio).
Tabagismo e rischio cardiaco
Uno studio europeo pubblicato durante un congresso di cardiologia a Barcellona nel settembre 2014 che ha coinvolto più di 6.000 pazienti affetti da infarto del miocardio a Berlino (Germania), ha dimostrato che più di 3 quarti di coloro che erano stati colpiti da infarto del miocardio prima dei 55 anni erano dei fumatori.
Clima (freddo) e infarto del miocardio
Il freddo sembra essere un fattore di rischio per l’infarto del miocardio. Infatti, uno studio svedese del 2017 ha dimostrato che le variazioni stagionali potrebbero influenzare il numero di casi di infarto del miocardio, con un’incidenza più bassa in estate e più alta in inverno. Questo studio è stato presentato il 28 agosto 2017 durante un congresso europeo di cardiologia (European Society of Cardiology Congress) tenutosi a Barcellona, in Spagna. Secondo i ricercatori dell’Università di Lund e dello Skane University Hospital sempre di Lund, in Svezia, che hanno condotto questo studio, non è chiaro se l’aumento dei casi in inverno provenga direttamente dalle basse temperature o dai cambiamenti nel comportamento in questo periodo dell’anno. Questo ampio studio, definito osservazionale, è durato 16 anni (dal 1998 al 2013) e ha coinvolto pazienti di tutto il paese (Svezia). Gli scienziati hanno fatto affidamento sulla banca dati SWEDEHEART che registra i casi di infarto del miocardio in Svezia e sui dati meteorologici provenienti dallo Swedish Meteorological and Hydrological Institute (SMHI). Nel corso dello studio, gli scienziati hanno contato 280.873 infarti del miocardio e nel 99% dei casi erano disponibili dati meteorologici. I ricercatori svedesi hanno scoperto che il numero medio di infarti del miocardio al giorno era significativamente più alto durante le temperature fredde rispetto alle temperature più calde. In particolare, il numero di infarti del miocardio era 4 volte più alto a una temperatura media giornaliera inferiore a 0 °C rispetto a una temperatura media superiore a 10 °C. Inoltre, il numero di episodi di infarto del miocardio è aumentato con venti veloci, poco sole e alta umidità dell’aria.
Quando fa freddo, il corpo risponde stringendo i vasi sanguigni superficiali, il che diminuisce la conduzione del calore nella pelle e quindi aumenta la pressione sanguigna. Altre reazioni al freddo includono brividi e un aumento della frequenza cardiaca, cosa che incrementa il metabolismo e innalza la temperatura corporea.
Secondo il Dott. Moman A. Mohammad dell’Università di Lund che è stato il primo autore di questo studio: “Nella maggior parte delle persone sane, questi meccanismi sono ben tollerati. Ma le persone con placche di aterosclerosi nelle loro arterie coronariche possono presentare una crisi cardiaca”. Il Dott. Mohammad sottolinea, tuttavia, che altri fattori possono influenzare indirettamente l’aumento del numero di infarti del miocardio in inverno, come l’influenza o infezioni del sistema respiratorio. Per la prevenzione, lo scienziato dell’Università di Lund suggerisce che una diminuzione dell’attività fisica in inverno e cambiamenti nell’alimentazione potrebbero avere un impatto favorevole.
Persone a rischio
Le persone che hanno più probabilità di soffrire di un infarto del miocardio sono gli uomini, le persone anziane e coloro nella cui famiglia è presente un membro che ha avuto un infarto del miocardio prima dei 60 anni.
Ricordiamo i fattori de rischio non modificabili dell’infarto del miocardio:
– L’età
– Il sesso
– L’ereditarietà
Esistono anche fattori modificabili che possono aumentare il rischio di infarto del miocardio:
– Vita sedentaria
– Alimentazione
– Tabagismo
– Ipertensione
– Diabete
– Sovrappeso
– Obesità
– Stress
– Psoriasi
– Insufficienza renale cronica
L’età e il sesso
Gli uomini con più di 50 anni e le donne oltre i 60 anni corrono un rischio maggiore di soffrire un infarto del miocardio.
Nelle donne, infatti, gli estrogeni (ormoni femminili) proteggono dall’infarto del miocardio fino alla menopausa – gli estrogeni hanno un effetto protettivo sulle arterie coronarie. Con la menopausa, la produzione di questi ormoni diminuisce e quindi le donne con più di 60 anni rischiano quanto gli uomini di soffrire un infarto del miocardio.
L’ereditarietà
In alcune famiglie il rischio di avere un infarto del miocardio è più alto. Queste persone dovrebbero prestare particolare attenzione al proprio stile di vita per evitare un infarto del miocardio.
La vita sedentaria
La vita sedentaria favorisce il sovrappeso che può portare a un infarto del miocardio.
L’alimentazione
E’ necessario evitare i grassi perché ricchi di colesterolo e trigliceridi. Se consumati in eccesso, si depositano nelle arterie, portando, con il passare del tempo all’arteriosclerosi, responsabile dell’infarto del miocardio. Non si tratta di smettere di mangiare tutto ciò che contiene grassi, ma di limitarne il consumo.
E’ necessario evitare l’alcool. Tuttavia, il vino rosso ha un effetto protettivo sui vasi sanguigni del cuore, ma solo se si tratta di 1 o 2 bicchieri di vino rosso al giorno!
Il tabagismo
Il tabagismo è un fattore di rischio per le malattie cardiache perché favorisce l’arteriosclerosi. Fumare triplica il rischio di avere un infarto del miocardio rispetto a un non fumatore.
Il fumo non è un rischio solo per il fumatore, ma nuoce anche alle persone che stanno a stretto contatto con chi fuma poiché esposte al fumo passivo.
Ipertensione arteriosa
L’ipertensione arteriale sovraccarica le arterie. Ciò comporta un rischio elevato di arteriosclerosi e quindi di infarto del miocardio. Quando si misura la pressione, si effettuano due misurazioni, la pressione sistolica e la pressione diastolica.
La pressione sistolica dev’essere compresa tra 120 e 140 (mm Hg)
La pressione diastolica dev’essere compresa tra 80 e 90 (mm Hg)
Sottolineiamo che una sola misurazione non ha molto significato, perché la pressione oscilla durante la giornata. Se la pressione supera i valori limite con frequenza, si parla di ipertensione.
Diabete
Il diabete è una malattia insidiosa che si sviluppa in modo silenzioso e che può comportare numerose complicazioni, come l’arteriosclerosi e successivamente un infarto del miocardio. Si tratta dunque di prevenire il diabete (di tipo II) per diminuire i problemi cardiovascolari.
Sovrappeso-obesità
Anche se la popolazione svizzera non è molto in sovrappeso rispetto alla popolazione d’oltreoceano, il fenomeno riguarda circa un terzo della popolazione. Il è un fattore di rischio modificabile per le malattie coronariche.
Si tiene conto non solo dell’IMC (Indice di Massa Corporea) e del girovita. L’IMC, che è il rapporto tra il peso e l’altezza, deve avere un valore compreso tra 19 e 25, mentre il girovita nelle donne non deve superare gli 88 cm e negli uomini deve essere inferiore a 102 cm.
IMC tra 19 e 25: peso normale, situazione ideale
IMC tra 25 e 30: sovrappeso
IMC tra 30 e 35: obesità
IMC oltre 35: obesità grave
Stress
Lo stress può fare aumentare la pressione arteriale e quindi essere un fatto re di rischio di infarto del miocardio. Non si tratta di stress «normale», dell’ansia che si prova prima di un evento importante, ma di uno stress costante causato da tensioni psicologiche continue.
Sintomi
L’infarto del miocardio è un’emergenza medica assoluta, contattare i servizi di emergenza il prima possibile in caso di sintomi o segni sospetti. Per saperne di più, consultare in fondo alla pagina
Infarto del miocardio silente
Un infarto del miocardio può essere caratterizzato da alcuni sintomi, ma questa non è una condizione necessaria. In circa la metà dei casi di infarto del miocardio, la persona non avverte alcun sintomo, si parla quindi di infarto del miocardio silente o attacco di cuore silenzioso. Quest’ultimo può anche essere fatale, cioè anche senza la presenza di sintomi clinici (si veda sotto) l’infarto del miocardio può rivelarsi mortale.
Il medico può rilevare un infarto del miocardio attraverso metodi diagnostici come l’elettrocardiogramma (ECG).
Secondo uno studio americano realizzato dal Wake Forest Baptist Medical Center negli Stati Uniti che ha coinvolto più di 9.000 partecipanti, circa la metà di questi ultimi non ha presentato segni clinici in caso di infarto del miocardio. In dettaglio, gli studiosi hanno osservato che circa 9 anni dopo l’inizio dello studio, 386 partecipanti hanno subito un infarto del miocardio con sintomi clinici e 317 hanno subito un attacco di cuore silenzioso (asintomatico). Secondo i ricercatori, avere un attacco di cuore silenzioso aumenta di un fattore 3 il rischio di morire di malattie cardiache. Questo studio ha anche dimostrato che gli uomini hanno più spesso attacchi cardiaci silenziosi rispetto alle donne, ma tali attacchi causano più decessi tra le donne. Questo studio è stato pubblicato nel mese di maggio 2016 sulla rivista scientifica di riferimento Circulation dell’American Heart Association.
Sintomi infarto del miocardio (se presenti)
Nota: leggere di seguito per capire le differenze tra uomini e donne per i sintomi legati all’infarto del miocardio
Un infarto del miocardio può essere preceduto da alcuni segni o sintomi clinici:
– grave dolore al petto
– dolore che coinvolge spalla e braccio sinistro
– dolore che dura più di 15 minuti, nonostante riposo
– dolore che persiste nonostante l’assunzione di nitroglicerina
– angoscia o ansia
– difficoltà a respirare (con o senza dolore al petto). Questo sintomo è più comune nelle persone con più di 65 anni e tra i diabetici
– pallore
– nausea e vomito
– a volte, perdita di coscienza
– sudorazione eccessiva
– battito cardiaco accelerato
– disturbi digestivi
Comparsa e durata dei sintomi
I sintomi possono durare alcuni minuti fino a diverse ore. Possono apparire, scomparire e tornare di nuovo a manifestarsi.
Differenze tra uomini e donne
Per l’uomo, nel 90% dei casi (quando i sintomi compaiono), i sintomi di un infarto del miocardio sono chiari e sono caratterizzati in particolare da un dolore violento e intenso al petto che coinvolge il braccio e la spalla sinistra. Spesso è presente anche un’intensa sudorazione.
Nelle donne, i sintomi di infarto del miocardio sono nel 70% dei casi poco caratterizzati da intensità e si manifestano anche sotto forma di mal di schiena, disturbi del sonno, dolore al collo e alla mascella, stanchezza, bruciore di stomaco, nausea e vomito. Questi sintomi non specifici sono spesso confusi con altre malattie.
Comunque è noto che l’infarto è un’emergenza medica assoluta, ogni minuto conta per salvare la vita del paziente, e le donne presentano un rischio maggiore degli uomini in questo momento cruciale.
Secondo uno studio britannico, le donne impiegano una media di 12,5 minuti di tempo in più rispetto agli uomini per raggiungere il pronto soccorso dopo un infarto del miocardio.
Sintomi precoci di infarto del miocardio
Nelle donne, i primi sintomi o segni di infarto del miocardio possono verificarsi diversi mesi prima della crisi. Secondo gli studi, la maggior parte delle donne si lamenta di sintomi significativi fino a 12 mesi prima dell’attacco di cuore. Questi sintomi sono spesso uno sforzo (insolito), disturbi del sonno e difficoltà di respirazione. Altri sintomi possono essere presenti: formicolio alle braccia, dolori, ansia o anche disturbi digestivi.
Per gli uomini i segni che possono preannunciare una cardiopatia sono: disfunzione erettile, calvizie precoce o presenza di una traccia come una cicatrice sul lobo dell’orecchio.
Infarto del miocardio: reazioni che possono salvare la vita
La velocità di azione è il fattore più importante per salvare la vita di una persona che sta avendo un attacco di cuore. Sarà necessario:
– chiamare rapidamente i soccorsi
– dare il nome della persona interessata, la sua posizione
– sollevare la parte superiore del corpo della persona interessata, con l’aiuto di cuscini, ad esempio.
– aiutarla a respirare, togliendo tutto ciò che potrebbe interferire, come una cravatta.
– in attesa dei soccorsi, verificare se la persona interessata è cosciente. Si consiglia di assumere o di far assumere aspirina (dose di 325 mg per un adulto), salvo in caso di allergia a questo farmaco o contro-indicazioni. L’aspirina aiuta a ridurre i danni al cuore causati dall’infarto. Si consiglia di consumare aspirina da masticare per accelerare il passaggio del principio attivo nel sangue, più efficace rispetto all’assunzione di una compressa convenzionale. La persona interessata può anche assumere nitroglicerina, se questo farmaco è stato prescritto e consigliato da un medico.
– se la persona interessata diventa incosciente, praticare la rianimazione cardiopolmonare (RCP, CPR in lingua inglese). In attesa dei soccorsi, i servizi di emergenza possono indicarvi le pratiche della RCP.
Diagnosi
La diagnosi di infarto del miocardio è costituita dalla storia dei sintomi del paziente, poi, se tale non risultasse sufficiente, da un elettrocardiogramma (ECG).
Elettrocardiogramma (ECG)
L’elettrocardiogramma (ECG) confermerà o emetterà diagnosi di infarto del miocardio. Infatti, le onde descritte sull’elettrocardiogramma, caratteristiche di un infarto del miocardio, mostrano un’attività anomala del cuore.
Angiografia: il medico può eseguire un’angiografia, una tecnica di imaging medico per osservare i vasi sanguigni.
Analisi biologiche
Tramite gli esami del sangue, è possibile identificare specifiche proteine nel muscolo cardiaco, le CPK MB e la troponina I o T fin da 6 ore dopo l’infarto del miocardio. Questa analisi sarà particolarmente utile per confermare la diagnosi. Non aspettare mai i risultati di queste analisi per iniziare un trattamento contro l’infarto del miocardio. Infatti, durante l’infarto del miocardio, il tempo gioca a sfavore del paziente. Dobbiamo agire rapidamente per evitare le conseguenze della malattia e salvare la vita dello stesso paziente.
Attenzione: alcuni esami cardiaci regolarmente eseguiti come l’angiografia non sempre rilevano un rischio di infarto o malattie cardiache, soprattutto tra le donne. Sempre meglio consultare un cardiologo o un medico con grande conoscenza del rischio cardiaco femminile. Praticando alcuni esami del sangue, oltre ai tradizionali esami cardiaci, il medico può identificare le proteine e gli enzimi specifici dei disturbi del muscolo cardiaco.
Complicazioni
Le complicazioni di un infarto del miocardio sono:
– Insufficienza cardiaca
– Arresto cardiaco
– Decesso del paziente
Trattamento
Il trattamento di un infarto del miocardio varia se si tratta di una crisi acuta o di prevenzione contro le recidive.
Crisi acuta di infarto del miocardio
In caso di crisi acuta di un infarto del miocardio, è essenziale agire rapidamente. La rapidità di intervento non solo salva la vita al malato, ma permette di limitare le conseguenze e le possibili recidive.
Un infarto del miocardio rappresenta un’urgenza medica. E’ quindi necessario chiamare un’ambulanza, perché il malato possa essere ricoverato in ospedale. Quindi, quando una persona avverte un dolore al torace che si diffonde alla spalla e al braccio sinistro, bisogna chiamare un’ambulanza.
Dopo un elettrocardiogramma, il medico somministra dei farmaci di primo soccorso. Di solito il trattamento farmacologico consiste nel somministrare antidolorifici, tranquillanti per calmare l’angoscia (diazepam), fibrinolitici per iniezione locale per sciogliete i coaguli di sangue, aspirina, clopidogrel 300 mg. Se necessario, il medico somministrerà anche derivati nitrati e un antiaritmico.
Sarà poi possibile praticare un’angioplastica. L’angioplastica consiste nel dilatare un’arteria con l’aiuto di un palloncino che si gonfia. Successivamente, il medico mette uno stent, un oggetto metallico che mantiene la struttura al suo posto permettendo al sangue di scorrere di nuovo e di irrorare il cuore.
Trattamento di base dopo un infarto del miocardio
Una volta che il malato guarisce, dev’essere tenuto sotto controllo e gli devono essere somministrati dei farmaci adeguati per evitare possibili recidive.
Il medico prescriverà come trattamento aspirina, clopidogrel 75 mg (antiaggregante piastrinico), fondaparinux o eparina che impediscono la formazione di coaguli di sangue (anticoagulante), un betabloccante o un inibitore del recettore dell’angotensina per sostenere la funzione cardiaca, e statine o fibrati per prevenire la comparsa di placche ateromatose dovute a un eccesso di colesterolo. Questo trattamento permette di evitare una trombosi e quindi un infarto del miocardio.
Parallelamente al trattamento farmacologico, è necessario “educare” il paziente, vale a dire correggere le sue cattive abitudini e insegnargli uno stile di vita sano. In seguito a un infarto del miocardio, infatti, il cuore è indebolito, cosa che può essere responsabile di un’insufficienza cardiaca. E’ possibile che il medico prescriva della digossina, per rafforzare il muscolo cardiaco.
Il malato ha bisogno di una nuova educazione alimentare e di svolgere attività fisica,possibilmente sotto il controllo del medico. Dopo un infarto del miocardio, il cuore non può più lavorare come prima. Si tratta di allenarsi, ma in modo non troppo intenso.
Consigli utili
– E’ essenziale, durante trattamento dell’infarto del miocardio, assumere rigorosamente i propri farmaci, per evitare recidive. Inoltre è necessario farsi visitare regolarmente dal medico che provvederà a fare delle analisi per controllare le condizioni del paziente e modificare il trattamento se necessario.
– Se si devono prendere molti farmaci, è possibile munirsi di un portapillole settimanale che può aiutare ad assumere correttamente i propri farmaci.
– Uno studio francese pubblicato a settembre 2011, ha mostrato che il vino rosso ha degli effetti benefici sui pazienti operati al cuore. Infatti, un consumo moderato di vino rosso (1-2 bicchieri al giorno) migliora la fluidità del sangue, abbassa il tasso di colesterolo e aumenta i livelli di ossidanti per i pazienti che hanno avuto un infarto del miocardio. Lo studio è stato condotto con un vino di Borgogna, ricco di tannini e antiossidanti.
– Oltre al trattamento farmacologico, è consigliabile adottare una serie di misure per quanto riguarda lo stile di vita e la dieta. Un paziente che ha avuto un infarto del miocardio, deve discutere con il proprio medico quali sono le attività fisiche più adatte, dal momento che dopo l’infarto, il cuore è indebolito e non è quindi possibili fare sport troppo stancanti che affaticano il cuore. Tuttavia è vivamente consigliato svolgere regolarmente un’attività fisica.
Prevenzione
Influenza e infarto del miocardio
Come abbiamo già visto alla sezione cause infarto, le persone a rischio cardiovascolare dovrebbero essere vaccinate contro l’influenza, perché si stima che ciò riduca di circa il 30% il rischio di infarto del miocardio.
Il cioccolato fondente ha un effetto preventivo sull’infarto
Come abbiamo visto nella sezione fitoterapia infarto, il cioccolato fondente può avere un ruolo importante nella prevenzione dell’infarto miocardico. Inoltre, uno studio australiano pubblicato nel giugno del 2012 ha confermato i benefici del consumo regolare di cioccolato fondente per la prevenzione dell’infarto. Il consumo giornaliero, nell’arco di dieci anni, di 100 grammi di cioccolato con almeno il 70% di cacao, permetterebbe di evitare 70 infarti cardiaci fatali e 15 non fatali (studio effettuato su un campione di una popolazione di 10.000 persone).
Fibre alimentari
Uno studio pubblicato a fine aprile 2014 da alcuni ricercatori di Harvard negli Stati Uniti ha dimostrato che consumare fibre aiuta a vivere più a lungo in caso di persone vittime di infarto del miocardio (attacco cardiaco). Gli individui che hanno mangiato cibi ricchi di fibre hanno visto diminuire il loro rischio di infarto e ictus di circa il 25% rispetto a quelli che hanno assunto poche fibre. Le fibre contenute nei cereali hanno evidenziato una diminuzione del rischio più significativa rispetto ad altri alimenti come la frutta.
Esercizio dopo un infarto del miocardio
Dopo aver subito un infarto del miocardio, fare troppo esercizio fisico può risultare fatale, come ha dimostrato uno studio americano pubblicato in agosto 2014 sulla rivista “Mayo Clinic Proceedings”. Il limite è di circa 150 minuti di attività sportiva a settimana o 75 minuti di attività fisica intensa, vale a dire praticare più di 150 minuti o 75 minuti (intensivi) a settimana aumenta la mortalità nei pazienti che hanno subito una crisi cardiaca.
Si stima che i pazienti con malattia cardiovascolare dovrebbero praticare tra i 30 e i 40 minuti di esercizio quasi tutti i giorni, ma non più di un’ora.
Come si dice infarto del miocardio nelle altre grandi lingue ?
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in inglese: myocardial infarction (heart attack) | in tedesco: Herzinfarkt |
in francese: infarctus du myocarde | in spagnolo: infarto agudo de miocardio |
in portoghese: infarto do coração |